Lo spazio di condivisione del progetto
Radici di Luna
Elaria è il cerchio di Radici di Luna: lo spazio dedicato all’intuizione, ai rituali, alle parole che nutrono l’anima.
È il luogo dove il pensiero diventa respiro, dove si incontra la parte più sottile di sé.
Elaria è una fusione dolce tra suono e simbolo:
– richiama “Hilarius”, dal latino hilaris, che significa “gioioso, luminoso”;
– ricorda anche “Alaria”, che in alcune lingue nordiche e celtiche evoca “colei che protegge” o “spirito delle ali”;
– e foneticamente si avvicina alla parola “aura”, il respiro, il campo sottile che circonda ogni essere.
Racchiude l’idea di una presenza leggera ma radicata, che porta chiarezza, calma e ispirazione, una voce che illumina senza imporsi.
È un nome “d’aria e di luce”, ma non distante dalla terra: perfetto per un cerchio, dove la spiritualità non è astratta, ma fatta di mani che impastano, di legni che profumano, di rituali che scaldano l’anima.
Si dice che Elaria nacque in una notte in cui la Luna scelse di farsi da parte.
Non c’era luce, solo un respiro: lento, profondo, come quello della terra che dorme dopo il raccolto.
Dalle radici di un vecchio albero, un sussurro prese forma e quel sussurro divenne una voce.
Una voce che non parlava di comandi, ma di ascolto.
Che non insegnava, ma ricordava.
Elaria non apparteneva al cielo né alla terra, ma danzava fra i due.
Portava con sé l’eco dell’acqua e il profumo dell’incenso.
Chi la incontrava nei sogni diceva che nel suo sguardo si rifletteva il volto autentico di chi la guardava.
Le braccia non le servivano per trattenere, le usava per donare conforto:
“Io sono la tua memoria luminosa, quella parte di te che non dimentica anche quando il mondo sembra allontanarsi”
Oggi quando si accende una candela Elaria passa lieve, come un soffio, e sussurra parole con cuore sincero.
Non lascia tracce visibili, ma chi la sente riconosce il suo tocco: un calore dolce, un pensiero chiaro, una lacrima che si scioglie in sorriso.